Foiano della Chiana
Pietro Rampi
In una superficie estesa come dieci campi da calcio un'infinità di palloni verdi maturano sotto il sole che picchia forte. È la produzione di cocomeri di Pietro ed Elisa Rampi, padre e figlia, titolari dell'azienda Agricola Valdichiana, in via di Arezzo a Foiano della Chiana.
Polpa rossa con o senza semini scuri, albedo bianca e buccia verde: l'anguria o cocomero è il frutto dell'estate per eccellenza. Con Rampi ci addentriamo in questa dimensione nella quale il produttore, da come si esprime, ha un vero e proprio dialogo con i suoi cocomeri, una storia che inizia ad aprile con il trapianto delle piantine poi su su, dal fiore al frutto, quindi lo sviluppo, la continua necessità di acqua, la difesa dagli agenti avversi esterni sempre pronti a sferrare attacchi, la raccolta e la spedizione.
- Ma queste temperature non danneggiano i suoi cocomeri?
No. Impianto a goccia e un rimedio naturale: l'erba. In stagioni micidiali come queste va lasciata crescere e non eliminata. I cocomeri restano avvolti dall'erba che fa ombra al frutto.
- Ci spieghi la sua produzione.
Tre tipologie. Quello grosso, allungato, in media del peso di 15 chili, per un totale di 700 quintali. Poi produciamo i cocomeri mini, con semi e senza semi, da 2 chili e mezzo 3. In tutto 2.800 quintali su circa 7 ettari di superficie.
- Tipo dieci campi da football. E la storia inizia a primavera.
Fine aprile, primi di maggio il 70 per cento, il restante 30 verso fine maggio così da avere continuità. La raccolta inizia a metà luglio.
- L'andamento di questa stagione, piovosa prima e poi seguita dal giugno caldissimo, cosa ha comportato?
- La parte iniziale è in ritardo e quella finale in anticipo, ma tutto sommato va bene così. La durata del cocomero in magazzino è di 15 - 20 giorni.
- Ma lei parla davvero con i cocomeri?
Il buon produttore ha un dialogo con ciò che coltiva. Le piante si fanno capire, ti parlano. Il mais no, ti manifesta gli effetti del problema a distanza, ma tutte le altre sì. Ogni mattina presto verso le 6 mi fanno capire con degli indicatori le loro necessità. Ecco, ora i miei cocomeri mi avvisano che c'è il ragno rosso.
- Ma il famoso cocomero gigante tipico della Valdichiana, quello di Fontarronco, che fine ha fatto?
Fa parte della storia e di un uso di nicchia. Non è un prodotto che può essere dedicato alla vendita, ha una dimensione troppo importante ed è negativo per la presenza di semi come quelli di zucca, non graditi dai consumatori. Ma i prodotti attuali sono eccellenti. Se si coltiva bene, vengono bene.
- Accorgimenti?
Acqua adeguata e fertilizzanti adeguati, non i classici azoto, fosforo, potassio, urea che noi man mano abbiamo abbandonato. Usiamo invece prodotti inventati e realizzati in zona, a Civitella: sono naturali e creano sinergia perfetta tra le essenze prese dai boschi e le piante. Distillato di legno. Una grande intuizione quella di BioDea che sta prendendo piede in tutta Europa: niente sostanze chimiche, un corroborante naturale. Si ottengono cocomeri pieni di zucchero come vogliono i consumatori e l'impatto degli insetti, il ragno rosso, non dico che viene abbattuto ma fermato. Un sorta di repellente.
- Dove vanno i vostri cocomeri nella filiera?
Vendiamo a grossisti per la grande distribuzione. Incassettiamo il prodotto in base a come serve al nostro cliente, contenitori di plastica da 6 pezzi, riutilizzabili, fatti ad hoc con dimensione 80 centimetri per 120, equivalenti all'europallet, che entrano in tutte le porte dei magazzini, di 90 centimetri.
- Aspetto economico. I prezzi.
Per i produttori sono sempre bassi di quanto dovrebbero essere: 50 centesimi al chilo.
- Nuova frontiera sempre più richiesta, il melone giallo.
Prima era considerato da inverno, ora i consumatori lo vogliono il 10 agosto. Ho iniziato a produrlo in modo sistematico, 2 ettari per 800 quintali.
- Quanti addetti avete e come li difendete dal caldo?
Il personale è una risorsa alla quale abbiamo sempre tenuto, senza dover aspettare l'ordinanza che disciplina il lavoro nelle ore più calde. Mi sono sempre preoccupato che i miei ragazzi lavorassero nel migliore dei modi, perché oltre rischio reale per la salute c'è anche la qualità del lavoro. Quindi la mattina dalle 7 alle 13 in campo, poi alle 14 in magazzino e quindi non è lavoro da braccianti. I dipendenti sono 6, neanche un italiano, tutti integratissimi e da anni in Italia. Un romeno diplomato in ragioneria e gli altri della Tunisia.
- Com'è strutturata la produzione dell'azienda.
Due settori: il cocomero e melone giallo; le orticole e l'aglione della Valdichiana. Ci siamo dedicati molto alla produzione di una varietà di zucche alimentari diverse, su 8 ettari, molto richieste dal mercato. E poi 17 ettari di pomodoro della Valdichiana, che mando ad una mia industria di riferimento per la trasformazione alla quale consegno i pomodori e una parte mi viene restituito in barattoli con la dicitura: pomodoro coltivato dalla società Agricola Valdichiana. Sulle confezioni c'è il mio prodotto e il mio nome, non credo sia così frequente nel mercato.
- Scusi, neanche il melone giallo sta soffrendo il caldo?
No, già pesano un chilo e mezzo e vale anche là la regola dell'erba che aiuta la pianta. Solidarietà vegetale.
- Torniamo al cocomero: alla fine del ciclo produttivo farete festa a base di anguria?
Certo, il 12 agosto in piazza a Foiano facciamo nel dopo cena la festa del cocomero, gratis, con i nostri cocomeri e l'anno scorso c'erano più di 200 persone.
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