ENOGASTRONOMIA
Francesco Scacchi, un medico di Preci, vicino Norcia, trasferito per lavoro a Fabriano, almeno 48 anni prima di Perignon (diventato famoso con il suffisso don) aveva descritto quattro secoli fa il metodo per rendere frizzanti e spumosi i vini normali. La vigna Spum.e, sui terreni delle cave di cemento sulle colline di San Marco in linea d’aria è a poco più di un tiro di schioppo dal Fabrianese e non è lontanissima da Preci. E proprio sulle colline eugubine Marco Caprai delle Cantine Arnaldo Caprai e Giovanni Colaiacovo di Cantina Semonte hanno dato il via a un progetto ambizioso, ma per questo ancor più avvincente: vincere la sfida di produrre in quota a 850 metri d’altitudine spumanti d’eccellenza per superare i problemi derivanti dal riscaldamento globale. Nel pieno rispetto di quanto vergato dal dottor Scacchi nel De salubri potu dissertatio” (Del bere sano). Sì, perché la sperimentazione di Spum.e Spumantistica Eugubina dovrà portare a una produzione di straordinaria qualità pronta a farsi apprezzare a livello internazionale a cominciare dal Vinitaly 2025. La sperimentazione del progetto Spum.e è realizzata su sei ettari di vigneto di Chardonnay e Pinot Nero (vitigni ideali per la produzione di metodo classico) impiantati dall’azienda agricola Semonte tra il 2017 e il 2019 a San Marco di Gubbio. Ma l’impresa tra Caprai e Cantina Semonte risale al 2009-2010 con lo studio e la cura di vini presenti nell’eugubino, una specie di piccolo Piemonte per la presenza di vini come il “dolcetto”, e poi nel 2013 con il primo impianto a Mocaiana.
“Abbiamo dato vita a una rete d’impresa - hanno detto Marco Caprai e Giovanni Colaiacovo - e vogliamo dare vita come Spum.e a un distretto della spumantistica dell’Appennino Centrale. E’ un progetto non chiuso, aperto ad altre realtà per far rivivere le aree montane abbandonate sfruttando il global warning. Le temperature si stanno innalzando, i produttori di champagne francesi si stanno spostando a nord vero la Cornovaglia e il sud dell’Inghilterra per recuperare arie fredde, e noi andiamo in altura per produrre vini con le bollicine di straordinaria qualità”.
Tante le presenze al convegno al Park Hotel Ai Cappuccini per spiegare il progetto e illustrare i risultati con il professor Leonardo Valenti (Università di Milano) che ha spiegato tutto e di più in maniera eccellente. Il sindaco Vittorio Fiorucci ha portato il suo saluto portando un documenti di due secoli or sono sulla vocazione eugubina alla produzione di vini. Presenti il vice presidente della regione Umbria Roberto Morroni, l’assessore Valerio Mancini, Massimiliano Giansanti presidente di Confagricoltura, Gabriele Cola e Chiara Mazzocchi dell’Università di Milano e interventi scientifici di contesto con il Cervim (Centro di ricerche, studi, salvaguardia, rappresentanza e valorizzazione per la viticoltura eroica - di montagna).
A seguire la tavola rotonda, moderata dal giornalista de La Verità Carlo Cambi, che ha visto la partecipazione della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, Massimiliano Giansanti presidente Confagricoltura, Ermete Realacci presidente Fondazione Symbola, Giovanni Colaiacovo titolare Cantina Semonte e Marco Caprai – amministratore delegato Azienda agricola Arnaldo Caprai.
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