Spettacolo
Il 30 settembre Monica Bellucci compie 60 anni e continua da essere la diva italiana nel mondo per eccellenza, splendida anche adesso con le forme arrotondate ma senza traccia di quegl’interventi estetici (?) che hanno compromesso l’espressione di tante stelle del cinema. Monica da Città di Castello è un fenomeno planetario perché le peculiarità del suo percorso artistico asseriscono che Monica è intelligente quanto bella.
Fuori dalla comfort-zone
Figlia di Pasquale, autotrasportatore di rara empatia, e di Brunella la cui bellezza senza tempo spiega più di ogni altra cosa la sua avvenenza, Monica ha sempre fatto scelte coraggiose e lungimiranti rivelatesi vincenti. E’ stato così fin dagli inizi, quando posava per il super-coiffeur Piero Montanucci: quale altra sua coetanea, di estrazione e ambiente analoghi, poco più che adolescente già posizionata al meglio nella comfort-zone provinciale, avrebbe lasciato la sua invidiata “sistemazione” (come un tempo si diceva e si perseguiva ) per andare a tentare fortuna nella tentacolare Milano? Lei lo ha fatto anche a costo di rinunce sentimentali che non devono essere state facili, sempre confortata da papà Pasquale che nella circostanza, pur mettendola in guardia dai mille pericoli metropolitani, la incoraggiò a vivere l’agognata avventura.
Top model con ironia
Il suo fiuto la porta a legami in grado di aprirle le porte del fashion d’Oltralpe, passepartout per poter sognare di divenire protagonista dei défilés più glam: e così la giovanissima umbra scala posizioni su posizioni e, di copertina in copertina, contesa tra Vogue ed Elle, testimonial d’eccezione di griffes storiche quali Dior e Cartier, Fendi e Dolce & Gabbana, soggetto privilegiato di un mago della fotografia come Richard Avedon nell’iconico Calendario Pirelli (fotografo il primo marito Carlos Basso) diventa top-model senza il sussiego distintivo di tante sue colleghe con una dose di autoironia: esemplare in tal senso la sua partecipazione alla puntata a lei dedicata di un format televisivo francese finalizzato a irridere i personaggi famosi. E in fondo è sarcastico il suo accento dialettale umbro in N-Io e Napoleone.
Il cinema senza confini
Ma lei sa che quel mondo è effimero: per semplici ragioni anagrafiche non potrà solcare le passerelle a tempo indeterminato e allora tenta la via del grande schermo. Gira i primi film certo non indimenticabili ma che pur fanno esperienza: l’ habitude al tout-Paris le spalanca le porte del cinema francese e, ad onta di chi le rimprovera la mancanza di una scuola di recitazione, dimostra di essere più a suo agio con la lingua di Molière. E dunque una serie di pellicole tra Italia e Francia, tra cui la memorabile Maléna dove il regista Tornatore azzecca la scelta di farla camminare su e giù per il paese siculo dove è ambientata la vicenda e se le parole ancora non sono così fluide come da manuale attoriale, il suo urlo disperato davanti agli sguardi lascivi dei compaesani in una scena madre del film riesce a possedere qualcosa del celeberrimo grido di dolore di Sofia Ciociara: l’ incedere perfezionato negli anni delle sfilate di moda rendono di abbagliante sensualità la sua interpretazione. Hollywood ben presto si accorge di questo diamante mediterraneo e dopo Coppola che la vuole sul set del suo Dracula, seguono altri film in America diretta da registi quali Stephen Hopkins, Mel Gibson, Spike Lee, Terry Gilliam, i fratelli Wachowsky nei due Matrix, Sam Mendes che ne fa la Bond-girl in Spectre, Tim Burton suo attuale compagno alternati a continui ciak in Francia e in Italia, ma anche un autore fuori dai circuiti commerciali come Kusturica non rimane insensibile al suo fascino Dal 2018 è membro permanente dei votanti dell’Academy per i premi Oscar.
La Francia seconda patria
La liaison con Vincent Cassel, nata sul set de L’appartement, con cui è candidata ai Cèsars, nel’96 (suo marito per 13 anni da cui ha avuto le stupende figlie Deeva e Léonie) ne suggella l’imprinting esagonale: nel 2003 è la prima attrice italiana cui viene affidato il ruolo di madrina a Cannes (vi torna per il 70° anniversario nel 2017). L’anno dopo è la prima personalità non francese scelta per la cerimonia di attivazione dell’illuminazione natalizia degli Champs Elysées. In occasione della sua Cleopatra in Asterix reinterpreta il celeberrimo ti amo di Umberto Tozzi e vende centinaia di migliaia di copie. Una rosa bicolore al Parc de la Tete d’Or di Lione porta il suo nome. Definita da Alain Delon “il più bel dono fatto dagli italiani alla Francia” è insignita della prestigiosa onorificenza di “Dama della Legion D’Onore”.
Ultima scommessa: teatro
Poi 4 anni fa un altro scatto (per qualcuno inosabile) capace di innalzare la sua statura interpretativa: il teatro, una via mai tentata prima, nientemeno che in un monologo ispirato alla alla divina per antonomasia: Maria Callas-lettere e memorie oltre che in italiano (prima ai Due Mondi 2020), la recita in francese a Parigi, in inglese ad Atene e poi in tour internazionale (America compresa) e dovunque è un successo pieno tanto che il regista ne trae un docufilm assai intrigante; anche stavolta Monica è andata oltre, oltre i confini dell’ambito artistico da lei frequentato per provare nuove sfide e vincerle, stavolta con alto tasso di impegno intellettuale.
Riserbo come stile di vita
La timidezza caratteriale, lungi dall’essere un problema, per Monica si è declinata in una riservatezza che l’ha resa prossima alla mitica irraggiungibilità delle dive di un tempo. Sul piccolo schermo Monica centellina le partecipazioni ma così ogni suo raro intervento televisivo viene amplificato da annunci roboanti e diviene un evento assoluto. Anche le sue interviste sono centellinate con sapiente vaglio. Ma quando rilascia dichiarazioni, anche su temi di rilevanza sociale e sul ruolo della donna non è mai banale e non ha mai timore di prendere posizioni nette come quando firma l’appello alle autorità svizzere in favore di Roman Polanski. Addirittura esemplare la civiltà e la signorilità di modi e di toni con in quali rese pubblica la separazione da Vincent Cassel con un sobrio comunicato congiunto con il quale spazzava via ogni presunto retroscena da gossip: un riserbo come stile di vita, raro in un universo dove anche le più affermate vedettes non esitano a lanciarsi accuse pesanti e volgari non prive di particolari intimi imbarazzanti.
L’importanza delle radici
Monica torna abitualmente un paio di volte all’anno nel suo AltoTevere, i legami con il suo entourage familiare (la cugina Francesca attraente come un avatar di Monica) e amicale è inscalfibile. Il padre, scomparso da pochi mesi, è sempre stato un riferimento per lei, sin da quando poco più che bambina la portava nelle e sue trasferte d’Oltralpe dove Pasquale sapeva unire, da Marsiglia alla Costa Azzurra, l’utile del business con il dilettevole delle dolcezze monegasche. Molto più che “soltanto” il padre di Monica, Pasquale era lui stesso un personaggio a tutto tondo, con le sue umanissime debolezze ma con un saper vivere accattivante. Monica è riuscita a tornare a Città di Castello sia per star vicina alla nonna negli ultimi giorni di vita come la più affettuosa delle nipoti, sia per accompagnare nell’ultimo viaggio il valoroso cugino Valerio Gildoni (colonnello dei carabinieri-Medaglia d’oro al valor militare) dimostrando un attaccamento ai valori di una volta che ben pochi immaginerebbero in una star. Le amicizie del tempo del liceo sono rimaste solide a partire dalla fidatissima Stefania, avvocato di vaglia: con loro un patto affettuoso mai tradito e nessuno che negli anni abbia tentato di farsi pubblicità svendendo aneddoti del passato. Parigi sua sede abituale, Montecarlo, Londra, Lisbona le sue città: oggi è in cerca di una residenza d’epoca nell’Amerino, tra Roma e Città di Castello dove possiede un palazzo in centro storico, mai abitato sinora: tra i mille festeggiamenti che il mondo le dedicherà sarebbe stato fantastico potercene aggiungere uno nella sua città come da più parti ventilato: purtroppo non si è potuto, o saputo o voluto realizzare un omaggio tutto tifernate a Monica, non solo sex-symbol assoluto ma anche donna impegnata nell’empowerment femminile e artista di sempre più inedite nuances interpretative.
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